Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  giovedì 31 marzo 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Notiziario droghe

A cura dell’ADUC, Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori

 

ARTICOLI
- Droga in Parlamento? Una non notizia lo scoop delle Iene. E' ancora piu' urgente la legalizzazione

NOTIZIE
- Usa. Arizona. Referendum contro le metanfetamine
- Svizzera. Membro della federazione internazionale di atletica contro il bando della cannabis
- Italia. Farina (Prc): non somministrare alcolici in Consiglio dei Ministri
- Afghanistan. Intervista con il ministro dell'Economia sui raccolti record di oppio
- Usa. Nevada. Leader religiosi a favore del referendum per la legalizzazione della marijuana
- Italia. Torino. Dogane e Procura contro il traffico di droga
- Italia. Rita Bernardini condannata a Padova per disobbedienza civile
- Spagna. Rapporto sulle droghe e campagna informativa
- Nuova Zelanda. Il 70% dei sequestri di droghe riguarda quantita' per uso personale
- Italia. ERIT-Italia: preoccupazione per il divieto di vendita di alcol a minorenni
- Italia. Rapporto Fict: 160mila i tossicodipendenti presi in carico
- Italia. Torino. 6 spacciatori su 10 impiegano l'acido per eliminare impronte digitali
- Italia. Prc: urge nuova conferenza sulle dipendenze
- Australia. "Che i tossicodipendenti paghino le spese mediche"
- Jamaica. Traffico di marijuana in aumento, in discesa quello di cocaina
- Usa. California. Tra gli studenti si fuma piu' marijuana che tabacco
- Messico. Non solo punto di passaggio ma vero e proprio produttore e consumatore
- Ecuador. Candidato presidenziale favorevole alla legalizzazione delle droghe
- Venezuela. Contreras: legalizzare droghe ed aborto
- Cile. Bachelet: voglio un Paese libero dalle droghe
- Svizzera. 120 Kg di cocaina confiscati nei primi sei mesi dell'anno
- Afghanistan. Allarme per la droga purissima
- Venezuela. Le pesanti accuse agli Usa del vicepresidente Rangel
- Salvador. Minacce di morte al presidente della Repubblica
- Italia. Ferrero: pronto disegno di legge per modificare la Fini Giovanardi
- Usa. Il THC per curare l'Alzheimer
- Italia. Un terzo dei parlamentari fa uso di droghe
- Italia. Torino. Ogni giorno i resti di 13mila dosi di cocaina finiscono nelle fogne
- Italia. Sono 2,2 milioni gli italiani che hanno consumato cocaina almeno una volta
- Italia. Cassazione: mercato nero della droga pericolo per sviluppo dei giovani
- Argentina. Sempe piu' corrieri umani

...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA
Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati:
- 1 morto
- 178 arresti
- 500,891 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 234,901 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 265,990 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina)
- 144 giorni di detenzione

ARTICOLI
Droga in Parlamento? Una non notizia lo scoop delle Iene. E' ancora piu' urgente la legalizzazione. Di Donatella Poretti
 
Un deputato su tre fa uso di stupefacenti? Secondo lo scoop delle Iene i parlamentari sottoposti -a loro insaputa a un test- sono risultati positivi. Il 24% (12 persone) aveva fatto uso di cannabis, e l'8% (4 persone) di cocaina nelle 36 ore precedenti. Una non notizia, e una conferma su come l'uso di sostanze stupefacenti sia diffuso in tutti gli ambienti. Denunce simili, del resto, sono state fatte al Parlamento europeo e quello tedesco, dove i test sono stati fatti nei bagni.  
L'intrusione nella privacy di questi deputati cui è stato prelevato con un sotterfugio il campione e' solo la conseguenza di come una politica proibizionista in materia possa generare tali mostri.
Denuncia, indignazione, un po' di polverone, qualche altro outing e qualche racconto stile Fini in Giamaica, e poi nei Palazzi dove si decide del destino di tanti ragazzi che si fumano uno spinello in compagnia si tornera' a emanare leggi punizioniste e bacchettone? E cosi' mentre ancora si aspetta la revisione delle tabelle promessa da mesi dal ministro della Salute Livia Turco sulla quantita' di sostanze che differenziano un consumatore da uno spacciatore, da oggi si attende anche il disegno di legge promesso dal ministro per la Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero per modificare la Fini-Giovanardi.
Nel frattempo si voleva intervenire in Finanziaria per vietare l'alcol ai minorenni e in autostrada, metodo non troppo diverso dal Governo precedente che aveva rivisto la legge droga in un decreto sulle Olimpiadi. E' un metodo per non affrontare in maniera organica e coraggiosa la spinosa materia delle dipendenze, delle liberta' individuali e delle riduzioni del danno (il presidente della Camera ha pero' fatto stralciare questo provvedimento in quanto non pertinente con le questioni finanziarie). Ma anche nel merito e' lo stesso approccio: è vietato. Come se apporre tale divieto bastasse per eliminare il fenomeno. Occorre, invece, urgentemente affrontare questi temi senza tabu' e ideologia, assumendosi le responsabilita' di legiferare senza ipocrisie e senza lanciare anatemi. Basterebbe che quel terzo dei deputati -che secondo le Iene fa uso di stupefacenti- avesse il coraggio di non voler proibire agli altri cio' che lui stesso usa!
  
NOTIZIE

Usa. Arizona. Referendum contro le metanfetamine
Il prossimo novembre gli elettori dovranno votare sulla Proposition 301. Secondo l'attuale legge, un soggetto condannato per la prima o la seconda volta per il possesso per uso personale di droga, (incluso quello di metanfetamine), e' passibile di liberta' condizionata e non puo' essere condannato alla detenzione. Se la Proposition 301 fosse approvata, il soggetto potra', al contrario, essere condannato.
I sostenitori di questa proposta ritengono che le metanfetamine siano un pericolo piu' grave per le comunita' di altre droghe, in quanto altamente additive e distruttive, mentre gli oppositori ritengono che i soggetti incriminati debbano continuare ad essere posti in liberta' vigilata e inviati in centri curativi, anziche' in prigione.
La Proposition 301 afferma, inoltre, che i consumatori non abituali di droghe siano messi in liberta' vigilata e curati. La nuova legge costera' ai contribuenti un extra di 2.843 dollari, minimo, per ogni condannato inviato in prigione.

Svizzera. Membro della federazione internazionale di atletica contro il bando della cannabis
Malgrado alcune critiche, la Worls Anti Doping Agency (WADA) difende la propria politica sull'inclusione della cannabis nella lista delle sostanze tossiche bandite.
Jose Maria Odriozola, membro della Federazione internazionale di atletica (IAAF) e presidente della Federazione di atletica spagnola durante la riunione internazionale anti doping, organizzata dal Comitato mondiale di atletica, ha espresso il suo disappunto sul bando della cannabis. "La Federazione spreca tempo e denaro discutendo su questa sostanza, ricreativa, che non migliora le prestazioni sul campo", ha dichiarato Odriozola.
Queste dichiarazioni sono state fermamente respinte dal direttore del  Dipartimento di scienza del Wada Olivier Rabin. "Abbiamo tre criteri per includere le sostanze proibite nelle nostre liste, e due riguardano i miglioramenti nelle prestazioni atletiche e i probabili pericoli per la salute. Sappiamo che la cannabis allevia la sensazione di paura, aiutando le performance in alcune attività sportive. Ci sono rischi per l'atleta e le persone intorno. Crediamo che il consumo della cannabis violi lo spirito dello sport, anche se ne riconosciamo l'accettazione sociale. Vogliamo che per gli atleti sia chiaro che la cannabis e' proibita. Si deve chiaramente distinguere tra fumo attivo e passivo, cosi' come e' chiaro che dobbiamo perseguire i consumatori di cannabis e cannabinoidi. Nonostante cio', anche se la cannabis e' nella lista delle sostanze bandite, gli atleti incorrono nell'eventualita' di subire un'ammonimento e dopo, semmai, una sanzione".
La cannabis e' stata bandita nel 2004 dal WADA.

Italia. Farina (Prc): non somministrare alcolici in Consiglio dei Ministri
L'on. Daniele Farina ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Non occorrerebbe neppure entrare nel merito perché basterebbe il metodo. Il precedente governo ha utilizzato un decreto sulle olimpiadi invernali per controriformare il testo unico sulle sostanze stupefacenti, l'attuale esecutivo la legge finanziaria per vietare la vendita e la somministrazione di alcolici ai minorenni.
E se desta unanime consenso il fatto che le autostrade cessino di distribuire alcool in pari quantità della benzina, questo aspetto, i minori, rischia di essere una fesseria.
Sarebbe bastato guardarsi attorno, a quei paesi che hanno da anni una normativa analoga, e ai risultati (pessimi) ottenuti rispetto alla popolazione giovanile; oppure guardare avanti, ovvero all'efficacia del provvedimento e a chi lo farà rispettare; o almeno guardare indietro, alla storia e agli effetti della legislazione proibizionista sugli alcolici ovunque applicata.
Ma sulle droghe, quelle lecite o quelle illecite, non si vuole proprio guardare ma neppure sentire o parlare. Si elude il programma dell'Unione -abrogare la legge Fini-Giovanardi- e si evade da un serio confronto in Parlamento come nel paese.
Pure ce ne sarebbe un gran bisogno dato che sei mesi di applicazione della nuova normativa raccontano già del suo fallimento. E diversamente non potrebbe essere poiché percorre una strada senza uscita. Fa insomma pensare che in assenza di un quadro chiaro di azione e di intenzione, il governo deliberi per via 'amministrativa' pensando che divieti di carta possano sostituire un investimento serio di educazione e prevenzione. Poiché non altrimenti è possibile pensare, nello specifico, ad un intervento di una qualche efficacia sull'abuso e l'alcoldipendenza. Ecco perché è maturo il tempo di progettare quella conferenza nazionale che la legge prevede e che il centrodestra ha ridicolizzato e piegato alle sue ragioni ideologiche.
Ci sono infatti straordinari bacini di esperienza dai quali attingere, formati in questi anni dal lavoro di migliaia di operatori del servizio pubblico, delle comunità non disciplinari, dei consumatori. In attesa si potrebbe intanto seguire una regola certamente benefica: prima ragionare, poi legiferare.


Afghanistan. Intervista con il ministro dell'Economia sui raccolti record di oppio

Stralcio dell'intervista del ministro dell'Economia Mohammad Jalil Shams con il corrispondente dell'United Press International Jason Motlagh, sulla complessita' del problema della droga, le colture alternative al papavero e il tempo che occorrera' al Paese per uscire dalla crisi.
Motlagh. Sulla produzione record d'oppio: quali alternative hanno i contadini per vivere e guadagnare senza l'ausilio del Governo? .
Mohammad Jalil Shams. Che l'Afghanistan produca la maggior parte dell'oppio mondiale e' un dato che nessuno puo' negare, ma e' anche certo che in questo momento non ci siano colture alternative e concrete all'oppio. Il Governo sta cercando delle risposte in questo campo. Per esempio, le colture di zafferano ad Herat o quelle di rose a Jalalabad; ci sono esempi in altri settori in cui i contadini riescono a vivere senza ricorrere al papavero. Sono piccoli passi, e
possiamo vedere dei successi come per esempio in Pakistan, dove però i successi sono dovuti dall'avere trasferito l'industria della raffinazione delle droghe in Afghanistan. Ora li' ci sono colture alternative per i contadini, ma sono stati necessari dagli otto ai dieci anni per raggiungere questi risultati. E ne sono occorsi venti alla Thailandia per liberarsi delle coltivazioni illegali.

D. Osservatori internazionali ritengono che, se il problema delle droghe sara' mai risolto, la sicurezza dovra' andare di pari passo con la ricostruzione. Cosa ne pensa?
R. Da quanto ne so, il problema ha tre dimensioni: la prima riguarda la stabilità dello sviluppo e del potere statale su tutto il Paese che al momento e', invece, molto debole. Abbiamo una polizia, un esercito e un sistema giudiziario molto deboli, e una grave corruzione. Quando un criminale è catturato, può accadere che alla fine un giudice lo mandi via impunito. In queste circostanze è molto difficile fare qualcosa. La seconda è di assicurare le colture alternative piu' attrattive (economicamente) del papavero. La terza e' di creare una buona campagna pubblica di attenzione al problema. E' importante che i mullah e le autorita' religiose dicano alla popolazione che le droghe non sono accettate dall'Islam. Queste tre condizioni sono connesse, siamo all'inizio e cerchiamo di fare il nostro meglio, ma anche se lavoriamo al massimo delle nostre possibilità, con solo due di questi tre obbiettivi raggiunti non possiamo fare passi avanti.
D. L'Afghanistan è destinato a diventare un narcostato, o è solo questione di tempo e' la situazione migliorerà?
R. Sono sicuro che è solo questione di tempo, abbiamo avuto queste possibilità nel passato, quando non eravamo un Paese legato all'oppio. Per esempio a Herat, finche' l'attuale ministro dell'Energia Ismail Khan era governatore non c'erano coltivazioni di papavero, ma non appena il potere del Governo e' diminuito, si e' visto un aumento delle coltivazioni illegali. Anche ad Helmand alcuni anni fa un mujaedin fu convinto a non coltivare l'oppio e attraverso i leader religiosi convinse la popolazione a fare altrettanto. Il risultato fu una diminuzione delle coltivazioni illegali, ma l'anno seguente non fu pagato, cosi' diede il via alla ripresa del papavero, dicendo alla comunita': Ok, ora potete coltivare".
D. Quanto finora e' stato efficace il sostegno degli Stati Uniti per la sicurezza?
R. Gli Stati Uniti stanno facendo del loro meglio per aiutarci. Dobbiamo vincere la diffidenza delle persone, perché senza questo, anche il più forte esercito non può costruire uno Stato sicuro.

Usa. Nevada. Leader religiosi a favore del referendum per la legalizzazione della marijuana
Una dozzina di leader religiosi del Nevada sostengono il referendum per la legalizzazione della marijuana. Ci sono 32 Chiese, la maggior parte di Las Vegas e Reno, tra cui gruppi cristiani ed ebraici. "Non so se esista un altro luogo, dove alcune guide spirituali si riuniscano e sostengano la regolamentazione della droga" ha dichiarato Troy Dayton, direttore dell'Interfaith Drug Policy Initiative. Guppo che sostiene le politiche nazionali sulle droghe, e che lavora anche con il "Committee to Regulate and Control Marijuana".
Il "Question 7" del referendum di novembre permette ai maggiori di 21 anni di possedere, consumare e passare legalmente massimo 0,28 grammi di marijuana. Intende, inoltre, regolare la vendita della sostanza, e aumentare le condanne penali per il possesso/consumo di droghe piu' pesanti, alla guida di un veicolo. Per il rabbino Myra Soifer del Tempio del Sinai, la marijuana dovrebbe essere regolata come il tabacco e l'alcol, proprio per prevenirne gli abusi. "Inoltre il passaggio di questa legge permetterebbe alle forze dell'ordine di concentrarsi sui crimini piu' pericolosi", ha concluso.
Il reverendo William Webb della Seconda Chiesa Battista, la piu' grande chiesa afro americana di Reno, ha dichiarato che non vuole che la droga sia venduta nelle strade del suo quartiere. "Se ci deve essere una vendita di questa sostanza, preferisco che sia controllata dalla legge piuttosto che dai delinquenti".

Italia. Torino. Dogane e Procura contro il traffico di droga
Da oggi e' operativa la convenzione tra la Procura della Repubblica di Torino e la Direzione Regionale delle Dogane di Torino per l' effettuazione, da parte del Laboratorio Chimico dell' Agenzia delle Dogane di Torino, di analisi di campioni di sostanze stupefacenti e psicotrope che siano state sequestrate dalle forze dell' ordine.
La convenzione e' stata sottoscritta tra il procuratore capo, Marcello Maddalena, e Michele Branca, direttore regionale delle Dogane per il Piemonte e la Valle d' Aosta, e rientra nell' ambito dell' ampliamento dei servizi offerti sul mercato dai laboratori chimici delle Dogane.
L' Agenzia, con tale accordo, mette a disposizione personale e attrezzature d'avanguardia.

Italia. Rita Bernardini condannata a Padova per disobbedienza civile
Rita Bernardini, tesoriera di Radicali Italiani, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Il Tribunale di Padova ha condannato ieri Rita Bernardini e Nicolino Tosoni a due mesi e 20 giorni di reclusione e a 600 euro di multa per la disobbedienza civile del 11 marzo 2004 quando i due esponenti radicali avevano ceduto nel corso di una manifestazione pubblica alle forze dell'ordine circa 3 grammi fra marijuana e hashish. Gli interventi degli avvocati Flavia Urciuoli e Carlo Covi, uniti alle dichiarazioni spontanee degli imputati, hanno portato il pubblico Ministero a chiedere l'assoluzione "perché il fatto non sussiste", ma la condanna è arrivata lo stesso. Bernardini e Tosoni hanno deciso di ricorrere in appello non appena giungeranno le motivazioni della sentenza del giudice Mariella Fino.
Sarà molto interessante leggere le motivazioni della sentenza del Tribunale di Padova incline a produrre sentenze di condanna a raffica per violazione dell'art. 73 del Dpr 309/90. Non posso fare a meno di collegare quanto avvenuto in un'aula di "giustizia" con quanto constatato l'altro ieri in occasione della visita al Carcere Due Palazzi effettuata con il Deputato della Rosa nel Pugno Sergio D'Elia e il Consigliere Regionale Carlo Covi: una galera straboccante (nonostante l'indulto) di detenuti per l'80 per cento reclusi per violazione delle leggi sugli stupefacenti, ammassati in celle vomitevoli per essere "recuperati" alla società civile… secondo i dettami costituzionali! Quello che nessuno vuole comprendere e affrontare è che a causa delle leggi proibizioniste noi abbiamo in tutta Italia – e Padova, con il suo "muro" è l'emblema dello sfascio – le forze dell'ordine paralizzate nella repressione, la giustizia immobilizzata dalla montagna di processi conseguenti, e le carceri con il loro degrado a certificare il grado di inciviltà del nostro Paese. In questa drammatica situazione che mette in pericolo 3.800.000 consumatori di hashish e marijuana, persino piccole ma urgenti misure come quelle annunciate dalla Ministra Livia Turco di innalzare il limite di cannabis detenibile per uso personale prima di essere considerati criminali spacciatori, tardano a venire. C'è un'emergenza: qualcuno se ne vuole accorgere? O serve -come sempre- l'ennesima eclatante provocazione di Pannella e dei radicali?

Spagna. Rapporto sulle droghe e campagna informativa
Circa 29.000 spagnoli dai 14 ai 18 anni ammettono di fumare spinelli ogni giorno e quasi 6.000 consumano cocaina quotidianamente, ha segnalato la ministra della Sanita', Elena Salgado, presentando la nuova campagna pubblictaria: Drogas: hay trenes que es mejor no coger. La ministra ha fatto notare l'incremento "straordinario", tra il 1995 e il 2003, del numero di consumatori di cocaina e cannabis, sia in Spagna sia nell'Unione Europea, in particolare proprio tra i giovani. E' la cannabis la droga illegale piu' consumata in Spagna: un aumento del 50% negli ultimi otto anni. Nell'ultimo mese ne ha fatto uso il 10% dei quattordicenni e il 35,7% dei diciottenni; in quanto alla cocaina, il consumo e' praticamente quadruplicato nell'ultimo decennio e riguarda il 7,2% dei giovanissimi. "Queste droghe vengono consumate in combinazione con altre o mescolate con tabacco ed alcol, a scopo di divertimento nel fine settimana e in periodi di vacanza. E' un consumo intenso, ma intermittente; il fatto di essere concentrato in determinati giorni gli conferisce la falsa e pericolosa sensazione che sia privo di rischi". La ministra ha spiegato che i dati di Encuesta Domiciliaria del 2006 sugli abusi di droghe, consistente in 28.000 interviste significative e che sara' disponibile tra breve, "non sono molto migliorati" negli ultimi due anni, per quanto la campagna sia stata "rilevante e necessaria". Il suo obiettivo e' di sensibilizzare sui rischi oggettivi della tossicodipendenza, "senza allarmi esagerati ne' moralismi aggiuntivi, ma per favorire posizioni critiche attive e consapevoli". Ha spiegato che i giovani si riforniscono nel loro ambiente piu' vicino, nei luoghi di divertimento o attraverso gli amici. La campagna realizzata dal ministero degli Interni nei pressi delle scuole per evitare il piccolo spaccio "sta producendo risultati" e ha anticipato che verra' riproposto anche quest'anno. Da parte sua, la direttrice del Plan Nacional sobre Drogas, Carmen Moya, ha spiegato che il 5 ottobre e' previsto un incontro per valutare l'impatto nelle vicinanze dei locali del tempo libero. In quanto all'incremento del consumo, la ministra ha messo in guardia dal significativo calo della percezione di rischio per la salute, fino al punto di essere "quasi inesistente". In pratica, solo il 62,7% percepisce che il consumo di cocaina possa recare danno e solo il 34% nel caso della cannabis. Invece, ha puntualizzato la ministra, oltre che essere implicate in molti incidenti stradali, le droghe producono conseguenze croniche, come la diminuzione di attenzione e capacita' di concentrazione e puo' incidere sulla memoria breve. Nel caso della cannabis c'e' una riduzione nella capacita' d'apprendimento e di resa scolastica; per la cocaina gli effetti "sono ancora piu' gravi". Una quota molto alta di consumatori cronici di cocaina, il 70%, soffre di paranoia transitoria; il rischio d'infarto cardiaco o di un disturbo cerebrovascolare aumentano del 24%. La ministra vorrebbe un approccio che aiutasse i giovani "a godere di una cultura del tempo libero esente da droghe, dove siano loro i protagonisti e padroni dei propri atti". La campagna pubblicitaria appena presentata s'inquadra nelle iniziative del Plan de Accion 2005-2008, per il quale sono stati stanziati 2,2 milioni di euro; durera' dal 3 al 18 ottobre.

Nuova Zelanda. Il 70% dei sequestri di droghe riguarda quantità per uso personale
Dati della polizia rivelano che il 70% dei sequestri di droga riguarda quantita' usate per uso personale. Nell'ultimo anno fiscale c'e' stato un aumento, per la prima volta dal 1998, nel numero di persone fermate per possesso di cannabis. Negli anni precedenti la polizia aveva eseguito meno arresti perche' concentrata a perseguire crimini piu' seri.
"Sembra che le forze dell'ordine siano piu' impegnate a perseguire le mamme e i papa' che scelgono la cannabis al posto di sostanze piu' pericolose, come l'alcol e il tabacco. Nonostante l'attenzione rivolta ai nuovi stupefacenti sintetici, le statistiche rivelano che le condanne per cannabis sono il 75% di tutte quelle relative alle droghe. Lo scorso anno, le condanne per l'uso personale di cannabis sono state il 70% di tutti i fermi eseguiti. I consumatori della cannabis per fini terapeutici sono costretti ad infrangere la legge per l'indifferenza dei politici. Questo e' un'indicazione di quanto siano errate le priorita' della polizia. Dovrebbe proteggerci dai criminali e non sprecare tempo con quelli che non fanno nulla di pericoloso" ha dichiarato Chirs Fowlie, portavoce della NORML (The National Organization for the Reform of Marijuana Laws). Il deputato del partito dei Verdi, Metiria Turei, ha presentato un disegno di legge che permette ai dottori di prescrivere la cannabis terapeutica. Legge che verra' discussa in Parlamento il prossimo 15 novembre.


Italia. ERIT-Italia: preoccupazione per il divieto di vendita di alcol a minorenni
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Vittorio Foschini, presidente dell'associazione ERIT-Italia.
Gentilissima Redazione,Come ERIT-Italia (Associazione degli operatori delle tossicodipendenze confederata a livello europeo) esprimiamo una forte preoccupazione rispetto i modi con cui si intende proibire la vendita di alcolici ai minorenni del nostro Paese.
Ribadiamo l'importanza di trasformare il dibattito dal "cosa" si vuole e si desidera accada nel mondo dell'uso delle sostanze stupefacienti al "come" si possano costruire contesti di salute in cui anche l'eventuale uso di tali sostanze possa essere integrato in condotte di vita a "basso rischio" e comunque socialmente condivise. Allo stato attuale delle cose, la misura introdotta in finanziaria, rischia di tradursi in un grosso boomerang per la salute dei nostri giovani se non affiancata da importanti sostegni educativi (non solo informazione) da un lato e da un azione di contrasto di messaggi sociali potentissimi (pubblicità commerciali massicce ed aggressive come non mai) dall'altro.
Vittorio Foschini (Presidente)

Italia. Rapporto Fict: 160mila i tossicodipendenti presi in carico
Oltre 160 mila persone seguite, per lo piu' maschi, ultratrentenni e consumatori problematici di eroina: e' il bilancio dell'attivita' nel 2005 dei Sert, i servizi pubblici per le tossicodipendenze, contenuto in un Rapporto commissionato dal Ministero della salute e reso noto dalla Fict (Federazione italiana comunita' terapeutiche).
Dal Rapporto, che ha monitorato 497 servizi su 550 attivi su tutto il territorio nazionale, e' emerso che delle circa 162 mila persone prese in carico dai Sert, 140.400 (86,7%) erano maschi e appena 21.600 (13,3%) femmine, in pratica una donna ogni 6,5 uomini. Un valore che quindi conferma, secondo la Fict, come la tossicodipendenza sia una patologia prevalentemente maschile, ma che non e' omogeneo sul territorio: nelle regioni del nord-centro il rapporto risulta generalmente inferiore al dato nazionale (da 3,7 della Provincia Autonoma di Bolzano a 6,0 del Lazio), mentre assume valori elevati al sud (17,9 in Basilicata, 14,1 in Calabria).

L'ETA' DEGLI UTENTI - I soggetti presi in carico nel 2005 sono piu' frequentemente ultratrentenni (67,5%); la percentuale di pazienti di eta' 20-24 e' diminuita (28,6% nel 1991, 11,9% nel 2005) e quella relativa alla fascia di eta' piu' avanzata (piu' di 39 anni) e' regolarmente aumentata (2,8% nel 1991, 24,4% nel 2005).

LA SOSTANZA PRIMARIA - La sostanza di abuso prevalente degli utenti dei Sert continua a essere l'eroina (72,3%), mentre l'uso primario di cannabinoidi e di cocaina ha riguardato, rispettivamente, il 9,7% e il 13,2% dei soggetti trattati. Anche in questo caso, ci sono forti differenze territoriali: in Valle d'Aosta e nella Provincia autonoma di Trento risultano eroinomani almeno il 90% degli utenti; viceversa, l'uso di eroina e' inferiore alla media nazionale in 5 regioni, con un minimo in Lombardia (62,1%). L'assunzione di marijuana e hashish e' piuttosto elevata in Veneto, Liguria, Marche, Molise e Puglia, mentre quella di cocaina soprattutto in Lombardia (24,8%) ma anche in Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia. LA SOSTANZA SECONDARIA - Per quanto riguarda l'uso abbinato a un'altra sostanza, le sostanze piu' frequentemente assunte sono state i cannabinoidi (32,0%), la cocaina (30,1%), l'alcol (14,0%) e le benzodiazepine (7,2%), ma anche l'ecstasy ha presentato un valore non trascurabile (2,7%). Anche per l'uso secondario e' stata rilevata una disomogeneita': piu' derivati della cannabis al centro-sud, piu' cocaina invece in Piemonte, Lombardia, Molise e Sardegna.

LA TENDENZA - Se si osserva la tendenza del consumo negli ultimi anni, si nota una diminuzione del ricorso all'eroina (90,1% nel 1991, 85,6% nel 1998, 72,3% nel 2005) e un aumento del consumo di cocaina (1,3% nel 1991, 13,2% nel 2005); la percentuale di utilizzatori di cannabinoidi, in crescita nel tempo, sembra negli anni piu' recenti essersi stabilizzata intorno al 10%. Si osserva inoltre una riduzione nell'uso secondario di benzodiazepine (23,9% nel 1991; 7,2% nel 2005) e un incremento nel consumo di cocaina (11,7% nel 1991; 30,1% nel 2004), mentre il consumo di alcol associato a droghe si e' stabilizzato negli ultimi anni intorno al 14%.

I TRATTAMENTI - Per quanto riguarda la tipologia dei trattamenti erogati dai SerT nel 2005, il 59,2% dei pazienti ha seguito programmi terapeutici integrati: per il 49,4% si e' fatto ricorso al metadone, per lo 0,9% al naltrexone, per lo 0,7% alla clonidina e per l'8,2% ad altri farmaci non sostitutivi. La terapia con metadone totale, in flessione dal 2000, nel 2005 presenta un evidente aumento.

L'ORGANICO DEI SERT - L'organico complessivo e' rappresentato per il 49,1% da operatori sociosanitari, per il 23,3% da medici, per il 16,8% da psicologi; il restante 10,8% include personale amministrativo o di altra qualifica. A livello territoriale si osserva una forte variabilita': la quota dei medici e' maggiore nel Lazio (32,6%), in Basilicata (27,8%), in Calabria (28,8%) e in Sardegna (27,8%). Nella Provincia autonoma di Bolzano e in Puglia, rispettivamente, il 22,4% e il 20,0% del personale e' rappresentato da psicologi, mentre gli operatori socio-sanitari, tipologia piu' frequente in ogni regione, sono particolarmente presenti al nord.

Italia. Torino. 6 spacciatori su 10 impiegano l'acido per eliminare impronte digitali
A Torino sono in netto aumento gli immigrati clandestini che cercano di evitare l' identificazione e l' arresto cancellando le impronte delle mani con l' acido. Il 60% degli extracomunitari fermati per spaccio di droga hanno infatti i polpastrelli abrasi.
L' allarme arriva dalla Procura di Torino all'indomani delle contestazioni avvenute venerdi' scorso nel cosiddetto "Tossic Park" di corso Giulio Cesare, lungo il fiume Stura. L' immigrato annegato aveva le impronte delle mani cancellate. "E' un fenomeno sempre piu' diffuso -commenta il procuratore capo Marcello Maddalena- ma la Procura si e' sempre battuta, impugnando i provvedimenti, contro le scarcerazioni di coloro che avevano i polpastrelli abrasi".
Secondo Andrea Padalino, uno dei magistrati piu' attenti ai problemi della criminalita' legata all' immigrazione, e' necessario ad esempio aumentare a 48 ore "il fermo per l' identificazione degli immigrati senza un documento". "Negli Stati Uniti c'e' una norma secondo la quale finche' non c'e' l'identificazione si rimane in carcere. Il sistema attuale non funziona piu'. E' necessario un intervento legislativo per fronteggiare la situazione ed evitare che siano utilizzati questi stratagemmi per sfuggire all' arresto".

Italia. Prc: urge nuova conferenza sulle dipendenze
"Le polemiche sollevate sull'efficacia o meno del nuovo provvedimento che vieta la somministrazione di alcolici ai minori, pongono con urgenza la necessita' di indire una nuova conferenza nazionale sulle dipendenze". Lo affermano il presidente del gruppo di Rifondazione comunista, Gennaro Migliore e il vice presidente della commissione Giustizia Daniele Farina, anche lui di Rifondazione Comunista.
"Il provvedimento cosi' come e' stato ragionato, e' figlio di uno stato educatore che ricalca vecchi metodi di imposizione inutili e inefficaci al fine di un serio e puntuale intervento sull'abuso e l'acoldipedenza. L'intervento in via 'amministrativa' apportato dal governo elude di fatto il programma dell'Unione e distrae l'attenzione da un serio confronto sull'uso delle droghe, legali o meno, nel nostro paese.
"L'aumento dell'eta' minima per la somministrazione degli alcolici non solo manda, ai giovani, un messaggio proibizionista e repressivo ma potrebbe generare l'effetto contrario: rendere piu' attraente l'abuso degli alcolici. Da parte lavoreremo affinche' in finanziaria venga tolta questa norma".

Australia. "Che i tossicodipendenti paghino le spese mediche"
Un parlamentare federale, liberale chiede che i consumatori di amfetamine e di altre sostanze tossiche paghino le parcelle mediche. Dichiarazione rilasciata a seguito dell'aumento dei ricoveri causati dal consumo delle sostanze illegali. Steven Ciobo ha dichiarato che i tossicodipendenti occupano i letti negli ospedali pubblici, le ambulanze e ricevono cure mediche che potrebbero essere destinati ad altri malati.
"Certo l'alto tasso di effetti psicotici causati da queste sostanze e certo che i contribuenti pagano le tasse per i tossicodipendenti, ritengo che questi ultimi dovrebbero pagarsi le spese mediche, o al limite contribuire a parte di esse".

Jamaica. Traffico di marijuana in aumento, in discesa quello di cocaina
Secondo un rapporto della polizia giamaicana il commercio della marijuana e' in aumento, al contrario di quanto succede a quello della cocaina. Un responsabile delle forze dell'ordine ha dichiarato: "Mentre Gli Stati Uniti aiutavano la Jamaica nella lotta alle droghe, i trafficanti dirigevano i loro affari dalla cocaina alla marijuana".
Carlton Wilson, capo della sezione antinarcotici, ritiene che l'arresto, negli ultimi due anni, dei dieci maggiori spacciatori di cocaina ha fatto si' che lo spaccio si indirizzasse verso la marijuana. "Nel 2004 abbiamo sequestrato 1,725 Kg. di cocaina, 152,58 nel 2005, e quest'anno 64 Kg.". Nella prima meta' dell'anno, si legge nel rapporto, i sequestri di marijuana sono stati maggiori rispetto a quelli del 2005. La Jamaica e' inserita nella lista statunitense dei Paesi produttori e di transito degli stupefacenti, e per l'ambasciatore Usa la Jamaica necessita di miglioramenti nel sistema giudiziario e nella cooperazione internazionale, anche se ha fatto passi avanti nella lotta al crimine e ai traffici connessi alle droghe.

Usa. California. Tra gli studenti si fuma piu' marijuana che tabacco
Secondo l'ultima ricerca sul consumo delle droghe a cura dell'Ufficio del ministero statale della giustizia, e' fallito il programma del Governo per tenere la marijuana lontana dagli adolescenti.
Per la ricerca, biennale, sulle abitudini degli studenti californiani, la maggioranza dei 15enni e 17enni fuma piu' spesso la marijuana che il tabacco. Nel primo gruppo, il 12,6% l'ha fumata nei 30 giorni precedenti la ricerca, rispetto al 10% che ha fumato il tabacco; nel secondo gruppo, le percentuali sono state rispettivamente del 19,2 e 15,2. Questo e' un trend, costante, registrato dal 2001/02, mentre nel 1997/98 era il tabacco a primeggiare.

Messico. Non solo punto di passaggio ma vero e proprio produttore e consumatore
Il responsabile dell'Agenzia antidroga Usa (DEA), Arturo Colin, segnala con preoccupazione che il Messico non e' piu' solo un Paese di passaggio per il narcotraffico, ma che si sta trasformando in produttore e consumatore di droghe. Con grave rischio per i giovani, l'obiettivo dei narcotrafficanti. E' indispensabile potenziare l'apparato poliziesco per poter individuare i laboratori che producono droghe sintetiche come le metamfetamine, sempre piu' diffuse negli ultimi tempi.

Ecuador. Candidato presidenziale favorevole alla legalizzazione delle droghe
Lenin Torres, candidato alle elezioni per il Movimiento Revolucionario de Participacion Popular (MRPP), vuole seguire le orme di Hugo Chavez in Venezuela nel promuovere l'unione del Sudamerica. In una lunga intervista rilasciata a El Comercio, alla domanda se sia favorevole o contrario alla legalizzazione delle droghe risponde di essere a favore della legalizzazione del mercato della droga e degli stupefacenti. Dice che negli anni venti, all'epoca di Al Capone negli Stati Uniti, esisteva una vera guerra per il mercato degli alcolici, allora proibiti. Quando furono legalizzati, i problemi scomparvero. Se accadra' lo stesso con le droghe, il loro piu' grande impero sparira'. L'impero cui si riferisce e' Wall Street, che trae profitto da quest'attivita'.

Venezuela. Contlizzare droghe ed aborto
Carolina Contreras, autocandidata alla Presidenza della Repubblica, si propone
di legalizzare aborto e droga. A proposito della droga spiega che e' necessario
rivedere le conseguenze delle sostanze psicotrope, un problema che e' sociale,
giacche' a trarne vantaggio sono solo coloro che commerciano con le sostanze.
Partendo da questo presupposto, un gruppo di esperti separera' l'aspetto della
dipendenza, vista come malattia, dall'impegno per eliminare delinquenza e
spaccio.

Cile. Bachelet: voglio un Paese libero dalle droghe
La Presidente della Repubblica Michelle Bachelet aspira a un paese libero dalle droghe, percio' il suo governo ha varato piani di prevenzione e sostegno finalizzati a promuovere opportunita': piu' spazi sportivi, piu' eventi culturali nelle piazze e per le strade, piu' lavoro e meglio qualificato. "E' possibile vincere le conseguenze della droga, e' possibile contare su un governo, su municipi e su una comunita' organizzata. Sono sicura che riusciremo a sconfiggere la droga, che riusciremo a fare in modo che i nostri bambini e i nostri giovani possano avere un presente e un futuro molto migliori". Attraverso il ministero degli Interni e il Consiglio nazionale per il controllo degli stupefacenti (Conace), quest'anno il governo ha destinato 700 milioni di pesos per finanziare oltre 700 iniziative in tutto il Paese. Si tratta di attivita' volte a creare e rafforzare un tessuto sociale informato e sensibilizzato al problema. I fondi vengono concessi ogni anno fin dal 1996. In dieci anni, Conace e il ministero degli Interni hanno appoggiato 4.716 iniziative locali, con un investimento di 9.800 milioni di pesos.

Svizzera. 120 Kg di cocaina confiscati nei primi sei mesi dell'anno
Nei primi sei mesi di quest'anno le autorita' svizzere hanno sequestrato alle frontiere quasi altrettanta cocaina che nell'intero 2005: oltre 120 kg per un valore di diversi milioni di franchi. L'anno scorso l'Amministrazione federale delle dogane (Afd) e il Corpo delle guardie di confine (Cgcf) avevano confiscato complessivamente 170 kg della polvere bianca.
"Dalla fine degli anni Novanta vi e' generalmente piu' cocaina sul mercato europeo", ha spiegato Andrea Canonica, responsabile della lotta al traffico di droga presso l'Afd, in relazione a una notizia pubblicata dal periodico d'informazione dell'Afd Forum Z. Per Canonica, questa evoluzione e' da ricondurre principalmente alla saturazione del mercato statunitense. "Il potere d'acquisto e la domanda in Europa sono inoltre molto alti", ha aggiunto. Altri motivi sono le pene relativamente lievi per i trafficanti e i limitati controlli alle frontiere. Non si puo' tuttavia trarre conclusioni sulla quantita' di cocaina importata basandosi su quella sequestrata.
Le statistiche balzano in alto non appena vengono confiscati 50 kg in un solo colpo, ha spiegato Canonica. Ciononostante il personale dell'Afd e del Cgcf ha intercettato negli ultimi anni quantitavi sempre maggiori di cocaina: dai 73 kg nel 2001 si e' passati a 118 kg l'anno seguente. Nel 2003 sono stati 138 kg, nel 2004 addirittura 270 kg. "Il 2004 e' stato un anno record", ha affermato Canonica. "La cocaina proviene principalmente dal Sudamerica e dall'area caraibica, ma puo' arrivare in Europa anche passando per l'Africa occidentale.
La polvere bianca sequestrata non era tuttavia destinata interamente alla Confederazione: per i trafficanti la Svizzera e' uno dei Paesi di transito preferiti".

Afghanistan. Allarme per la droga purissima
L'Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga, Unodc, avverte che la raccolta record di oppio in Afghanistan si tradurra' in un'eroina piu' pura, che causera' piu' morti per overdose nei Paesi consumatori. L'allarme lo ha lanciato da Vienna il direttore esecutivo di Unodc, Antonio Maria Costa. "E' probabile che questo fatto porti a un incremento sostanziale nel numero di morti per overdose, dato che i consumatori non sono abituati ad iniettarsi dosi con una concentrazione cosi' alta di droga". Questa preoccupazione l'ha indotto ad inviare una lettera a una novantina di ministri della Sanita'. Nella sua missiva Costa spiega che l'esperienza dimostra come un incremento repentino di distribuzione di eroina porti a un aumento della purezza della sostanza e non a una riduzione del prezzo sul mercato illegale. Per questo, sollecita le autorita' sanitarie e i centri di disintossicazione ad adottare le misure necessarie per evitare i rischi e ad informare i consumatori del pericolo che corrono.
Gli ultimi dati sul consumo di oppiacei in possesso di Unodc indicano che, tra gli adulti dai 15 al 64 anni, il livello di prevalenza e' dello 0,6% in Spagna, mentre in Russia, che e' alla testa nel Continente, raggiunge il 2%; segue l'1,2% della Gran Bretagna. In America Latina il livello di consumo dei derivati del papavero e' molto basso, tranne in Brasile, che ha un tasso di prevalenza dello 0,6%, e nel Salvador, lo 0,4%, secondo i dati del rapporto mondiale 2006 di Unodc. Attualmente l'Afghanistan produce il 92% dell'oppio mondiale che arriva nella forma di eroina sulle strade di Europa, Russia e Stati Uniti, i maggiori consumatori in termini assoluti di questa sostanza. Nel Paese centro-asiatico la coltivazione del papavero e' aumentata fino a raggiungere i 165.000 ettari nel 2006, il 49% in piu' del 2005; il raccolto ha toccato le 6.100 tonnellate.

Venezuela. Le pesanti accuse agli Usa del vicepresidente Rangel
"Sono convinto che i capi della droga si trovino nel sistema finanziario statunitense", ha spiegato il vicpresidente venezuelano José Vicente Rangel. "La lotta alla droga in quella nazione e' ipocrita quanto la lotta al terrorismo". Accuse pesanti, che il numero due del Venezuela ha consegnato all'agenzia boliviana Bolpress. "Il fattore determinante del narcotraffico e' il settore finanziario degli Stati Uniti. Non solo perche' in quel Paese ci sono 30 milioni di consumatori, ma perche' la rete di distribuzione e' stata creta lì". Parlando poi in generale della lotta al narcotraffico, Rangel ha assicurato che le cose in Venezuela funzionano molto meglio senza la DEA: esistono "rapporti di intelligence molto dettagliati su come gli agenti della DEA spiassero in Venezuela; si occupavano piu' di politica che degli interessi propri
dell'agenzia". Un altro commento al vetriolo: sulla carta gli Usa sono il Paese piu' sicuro al mondo, poiche' dispongono di meccanismi sofisticati in grado di rilevare qualsiasi cosa che possa mettere a repentaglio la sicurezza del loro territorio, eppure la droga entra a fiumi. Infine ha spiegato che il tema della droga e' cosi' manipolato dai mezzi di comunicazione sociale che e' difficile smontarlo.

Salvador. Minacce di morte al presidente della Repubblica
Il presidente della Repubblica Elìas Antonio Saca commenta le minacce di cui è stato fatto oggetto. Chi attenta alla sua vita ha a che fare con i cartelli della droga, con il crimine organizzato. E' un tentativo di ritorsione contro l'avvenuta cattura di capi del narcotraffico. Spiega che le indagini iniziarono alcuni mesi fa: "La nostra intelligence e la nostra polizia hanno eseguito un'investigazione che ha permesso la cattura di un soggetto d'origine libanese, coinvolto nella narcoguerriglia, terzo per importanza nel Cartello di Calì". Infine: "Desidero mandare un messaggio alle persone che vorrebbero assassinarmi, che non riusciranno a fermarci nel nostro intento di dare ordine al paese, che non ci fermeremo e continueremo a perseguire i narcotrafficanti e il crimine organizzato".

Italia. Ferrero: pronto disegno di legge per modificare la Fini Giovanardi
Il test del ddl sugli stupefacenti e' stato preparato e "lo stiamo testando con gli altri ministeri competenti". Lo ha annunciato il ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero, in chiusura di un convegno sulle politiche sociali ad Ancona.
Il provvedimento smontera' l' impianto della legge Fini-Giovanardi, che secondo il ministro "ha effettuato due operazioni: creare un mercato della cura delle dipendenze, trasformandola in un settore di affari da un lato, e dall' altro cancellare ogni distinzione sulla pericolosita' dei vari tipi di droga, con effetti devastanti, in particolare sui giovani, che magari una settimana si fanno uno spinello e quella dopo assumono cristalli di cocaina, perche' questo e' quello che offre il mercato e loro non sanno capire cosa e' piu' pericoloso". Per Ferrero e' poi necessario fare differenza "tra consumo e spaccio". E non ha nascosto che il dibattito "sara' pericolosissimo, perche' non si discutera' sul merito, ma su universi simbolici. Bisogna evitare che la discussione si limiti a quello che pensa Giovanardi o quello che pensa Ferrero. E' necessario l' apporto degli operatori, che affrontano questo tema quotidianamente" cosi' come e' necessaria una logica "di riduzione del danno e di dialogo sociale". Per il ministro, comunque, il tema droga va inserito nel contesto piu' ampio delle dipendenze.

Usa. Il THC per curare l'Alzheimer
Ricercatori di La Jolla, California, hanno rivelato che un composto della marijuana potrebbe essere utile per curare l'Alzheimer.Nei test eseguiti presso lo "Scripps Research Institute", e' risultato che il THC blocca la formazione delle placche provocate dalla malattia nel cervello, piu' efficacemente delle medicine tradizionali.
Kim Janda, direttore del Worm Institute of Research and Medicine dello Scripps, ha dichirarato che dagli esperimenti eseguiti sono risultate prove importanti sulle qualita' inibitorie del THC.

Italia. Un terzo dei parlamentari fa uso di droghe
Un onorevole su tre fa uso di stupefacenti, prevalentemente cannabis ma anche cocaina: è il risultato di un test eseguito, a loro insaputa, su 50 deputati dalle Iene, che ne proporranno i risultati nella prima puntata della nuova serie del programma, martedì alle 21 su Italia 1.

Il test, eseguito con uno stratagemma, è il drug wipe, un tampone frontale che, spiega Davide Parenti, capo autore delle Iene, «ha una percentuale di infallibilità del 100%». Il 32% degli «intervistati» è risultato positivo: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l'8% (4 persone) alla cocaina. Naturalmente nel servizio-inchiesta proposto martedì non si riconosceranno i deputati sotto osservazione.

Gli onorevoli sono stati avvicinati la settimana scorsa con la scusa della finanziaria appena presentata: una troupe leggera, come si dice in gergo, un giornalista e un aiuto, per la precisione una truccatrice. Puntualmente, a metà dell'intervista, la truccatrice si accorgeva che la fronte del politico era «troppo lucida» e bisognava tamponare. Un colpetto e via, il gioco era fatto. L'ignaro deputato, colto al volo davanti a Montecitorio da una sedicente tv satellitare, si era in realtà sottoposto, senza saperlo al test che rivela se si è fatto uso di stupefacenti nelle ultime 36 ore.

GLI ESPERTI: NON BASTA IL TEST A CONFERMARE LA POSITIVITA'

Un test 'serio e scientificamente valido, ma non sufficiente da solo a confermare la positivita' all'uso di droghe'. Cosi' il tossicologo Piergiorgio Zuccaro, direttore dell'Osservatorio Fumo, alcol e droga dell'Istituto superiore di sanita', definisce il 'drug wipe', ovvero il test con tampone frontale utilizzato dalle 'Iene'.
Inoltre, e' il giudizio dell'esperto, l'esiguita' del campione considerato non consente comunque di estrapolare un dato generale. Si tratta di un test di laboratorio ampiamente utilizzato per esami preliminari, ha spiegato Zuccaro, 'piu' precisamente e' un test di screening: questo significa che, dinanzi ad un positivo, e' necessario confermare il risultato attraverso esami piu' sofisticati di sangue o urine'. Normalmente, ha sottolineato, 'se il drug-wipe e' negativo il risultato e' confermato come tale, ma se e' invece positivo e' necessaria la conferma ulteriore di laboratorio, dal momento che possono verificarsi dei falsi positivi'.
Importante e', poi, anche la metodologia di esecuzione: si tratta, avverte il tossicologo, di un esame che deve essere eseguito da personale specializzato, per non incorrere in possibili errori. Un test serio, dunque, ma utilizzato 'come test veloce per avere una prima risposta e che, per questo da solo, in mancanza di una conferma, non puo' dare la certezza del risultato positivo al consumo di stupefacenti'.
'E' necessaria quindi estrema attenzione nel considerare i risultati di un test che e', comunque, un test di screening di primo livello'. A cio' si aggiunge una valutazione relativa alla metodologia statistica: 'Considerando il campione ridotto di soggetti presi in esame non sarebbe corretto estrapolare un dato generale'.
Il drug-wipe, ha ricordato il responsabile dell'Iss, e' ad esempio utilizzato dalla polizia stradale per un primo accertamento circa l'eventuale consumo di droga da parte degli automobilisti ma, anche in questo caso, il soggetto risultato positivo puo' chiedere un ulteriore esame di conferma.

Il test 'Drugwipe', utilizzato dalle Iene per 'incastrare' quei parlamentari che avevano fatto uso di sostanze stupefacenti non sarebbe così attendibile come sostengono gli autori della trasmissione. Lo affermano le maggiori associazioni antiproibizioniste, esperti e siti internet che si occupano dell'argomento droghe, pesanti o leggere che siano. A mettere sotto accusa per primo il test, che si fonda su 'liquidi immediati' prodotti dal corpo umano -come sudore e saliva- sono stati gli esperti dell'Istituto di medicina legale di Berna, in base ad uno studio condotto in alcuni paesi dell'Unione europea. In base a quanto riportato sul sito antiproibizionisti.it (punto di riferimento in Italia per il movimento teso alla liberalizzazione delle droghe leggere, ndr) il 'drugwipe' di cui sopra non sarebbe in grado di rilevare la presenza di THC, la sostanza attiva della canapa. Il grado di inaffidabilità per quest'ultimo
stupefacente sarebbe dell'80-90% dei casi. Il motivo è che la sostanza attiva THC non è idrosolubile e non si ritrova quindi nella saliva o nel sudore. Secondo il professor Guido Blumir, sociologo, autore del libro scandalo 'Marihuana', e consulente per organismi internazionali, "questi test di solito vengono usati dalle polizie stradali, dai piccoli datori di lavoro che acquistano su internet il kit a meno di 90 euro. Non sono la verità, a volte ci vanno vicino, ma non indicano molto". Cosa servirebbe per incastrare l'onorevole drogato di turno? "Certamente con una analisi delle urine incrociata con una del sangue non si hanno dubbi. Anche a livello giuridico, anche per il consumo recente. Con l'analisi del capello si può arrivare a 30 giorni indietro e non si è esenti da una sorta consumo passivo". Si va ad un concerto, ad un dibattito in un centro sociale, e si potrebbe risultare positivi a test come quello del drugwipe? "C'è questo grado di rischio per chi indaga. Per questo forse le autorità giudiziarie italiane non ne fanno uso". Il dato che 12 parlamentari su 50 siano risultati positivi alla cannabis e 4 alla cocaina, cosa significa? "Questi dati sono in linea con le statistiche nazionali più accreditate.
Aggiungo comunque che la politica non è esente da sospetti. Ricordo una inchiesta del settimanale tedesco Stern che 5 anni fa circa fece rilievi nei bagni del parlamento e trovò consistenti tracce di cocaina ed altro. In ogni caso l'errore che test come il drugwipe contiene non è certamente del 100 per cento. Queste indagini dicono sempre qualcosa". E se non a livello di verità, insomma dal punto di vista giornalistico e di conoscenza, "bisogna dire brave le Iene".

COMMENTI

"Se un cane poliziotto entrasse in alcuni luoghi della 'politica ufficiale', prima gli andrebbe in tilt il naso e poi si arrenderebbe...". Così il presidente della commissione Attività produttive della Camera e segretario di Radicali italiani, Daniele Capezzone, afferma in una nota in cui si complimenta con la trasmissione tv 'le Iene'.

Francesco Mosca, segretario della Federazione dei giovani socialisti (i giovani dello Sdi), chiede una politica antiproibizionistica sulla droga dopo che la trasmissione 'Le Iene' ha annunciato di aver scoperto diversi casi di uso di stupefacenti fra i parlamentari. Secondo Mosca, "i parlamentari fanno largo uso di droghe, quindi la smettano una volta per tutte con la morale proibizionista". E quanto affermato dalle 'Iene' "é soltanto la controprova di quello che sapevamo, ed è frutto della loro stessa ipocrisia moralistica contro il consumo delle droghe". "Questi tossicoparlamentari sono il frutto di una politica sbagliata in tema di consumo di droga da loro stessi voluta", e "soltanto una nuova legge antiproibizionista che cancelli la legge Fini può condurre ad una seria politica di contrasto alla droga, e può forse aiutare questi tossicoparlamentari ad uscire dalla loro dipendenza".

"Combattiamo contro quel falso moralismo che si occupa di quel che accade in tv ma nasconde quel che accade nel palazzo. Abbiamo attivato una petizione on line sul sito
www.azionesociale.net che presenteremo ai Presidenti di Senato e Camera per denunciare quanto viene rappresentato": lo afferma Alessandra Mussolini, leader di AS, commentando lo 'scoop' delle Iene sui risultati del test cui sono stati sottoposti 50 deputati. "Vogliamo sapere chi tra i rappresentanti del popolo usa drog a, come e da chi la compra ma soprattutto se la vende: ci manca solo l'onorevole 'pusher'. In questo i Presidenti debbono avere un ruolo centrale: altrimenti è giusto che i carabinieri facciano il loro lavoro anche in Parlamento", conclude.

Che alcuni deputati consumino sostanze stupefacenti non meraviglia l'ex ministro Carlo Giovanardi, 'padre' della legge sulla droga attualmente in vigore, che pero' non ritiene che siano cosi' tanti come risulta dal test delle 'Iene'. E comunque, secondo il parlamentare dell'Udc la droga e' diffusa anche al Senato, per esempio tra i senatori a vita.
'Se le Iene vogliono dire che anche in Parlamento c'e' chi consuma cocaina scoprono l'acqua calda. Anche al Senato se ne fa uso, com'e' noto, basta andare a vedere tra i senatori a vita'. La cocaina infatti, sottolinea, colpisce particolarmente 'le classi ricche, quindi la politica, le imprese, i professionisti, e cosi' via', e questo 'preoccupa particolarmente'. 'La cocaina costa e chi la usa e' condizionabile, ricattabile, specialmente se e' in una posizione di responsabilita''. Che ci siano parlamentari che consumano droga, quindi, Giovanardi non ha dubbi, ma non nelle dimensioni che dicono le Iene. 'Mi sembra il solito trucco per dire che siccome la usano tutti, e' talmente diffusa, tanto vale legalizzarla, un po' come si fa oggi con l'eutanasia'. 'Sulla veridicita' scientifica di questo test delle Iene mi scappa da ridere, mi sembra una bufala'.

'Mi sembra strano. Mi auguro sia falso': il presidente degli eurodeputati di Forza Italia, Antonio Tajani, si stupisce al risultato del 'test' delle Iene sui deputati dal quale emerge che uno su tre farebbe uso di sostanze stupefacenti, e prende le distanze. 'Io personalmente sono contrario all'uso di sostanze stupefacenti che sono pericolose per chi ne fa uso e negative per l'esempio che danno'. Poi i giornalisti scherzano e chiedono se, come hanno fatto le Iene, possono fare la prova del tampone all'eurodeputato: 'Fate quello che volete, mai fatto uso da quando ho l'eta' della ragione'.

'Dalle intercettazioni telefoniche a quelle fisiologiche': e' critico riguardo al test delle 'Iene' il deputato di Forza Italia Benedetto Della Vedova, che denuncia il ricorso alle 'analisi tossicologiche abusive' nei confronti dei parlamentari. Anche se poi aggiunge di non meravigliarsi affatto del risultato dell'indagine.
'E' un campione rappresentativo dell'Italia -dice riferendosi alla cifra di un deputato su tre che farebbe uso di droga- la diffusione del consumo e' estesa, come dicono anche le statistiche'. Il presidente dei Riformatori Liberali precisa di non farne una questione moralistica, 'ma e' un segnale che quello proibizionista e' un paravento'. 'Se e' vero quello che scaturisce dal test delle 'Iene' allora e' vero che c'e' nel Paese un uso diffuso di sostanze illegali'.
Da cio', secondo della Vedova, ne deve conseguire che 'anche nel centrodestra deve partire una riflessione sul fallimento del proibizionismo, che non argina affatto la diffusione della droga, consente al crimine organizzato di prosperare sui traffici illegali, allontana i consumatori dalle strutture di cura. E' il momento di affrontare senza ideologie la situazione e di sperimentare altre vie'. Che sono, secondo il parlamentare, 'la legalizzazione che preveda una depenalizzazione per le sostanze leggere e la legalizzazione in ambito sanitario per quelle cosiddette pesanti, guardando a esperienze come quelle della Svizzera o della Spagna'.

"Non apprezzo personalmente" questo modo di fare ma il test de Le Iene conferma una voce popolare sull'uso delle sostanze da parte dei parlamentari. Lo ha detto il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero. "Personalmente - ha osservato il ministro - non apprezzo queste modalita' di intrusione nella vita privata delle persone. Cio' detto il dato del test sembrerebbe confermare quella che e' una voce popolare sul consumo delle sostanze da parte di molti parlamentari". A suo avviso, "in ogni caso, la vicenda dovrebbe permettere al mondo politico di riflettere in modo piu' laico su questi temi, ben sapendo che i politici non rischiano di subire i controlli e le sanzioni che subiscono invece i normali cittadini". Inoltre - ha aggiunto Ferrero - "si puo' anche leggere questa vicenda come la dimostrazione che non sono le sostanze a creare emarginazione, quanto piuttosto il modo di parlare e di trattare i,consumatori come avviene con la legislazione punitiva verso i consumatori voluta dal precedente Governo e che siamo impegnati a superare".

"Bisogna essere rispettosi della privacy di ciascuno, compresa quella dei parlamentari": Gennaro Migliore, capogruppo del Prc alla Camera, interpellato dai cronisti a Montecitorio commenta il " narco test" condotto dalle Iene. "Non so se questo test ha valore scientifico ma da convinto anti-proibizionista, quale sono, credo che non si possa considerare questo un argomento su cui speculare. Piuttosto una considerazione va fatta: e' sull'aggiornamento della legislazione proibizionista, a partire dall'abolizione della legge Fini-Giovanardi che sinceramente non vedo come possa essere affrontata se non in Parlamento e non tra utilizzatori e no degli stupefacenti perche' questo risponde agli usi e costumi di ciascuno. Ma rispetto ad una discussione politica impegnata in Parlamento alla legge in questione si applichi il programma dell'Unione".

Nessun commento. Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, interpellato dai cronisti sui risultati del 'narco test' condotto dalle 'Iene' su 50 parlamentari, non concede dichiarazioni e si limita a rispondere con un cenno della testa lasciando intendere che non vuole commentare.

Se i risultati del test delle 'Iene' sono affidabili, i deputati consumano sostanze stupefacenti quasi quanto gli studenti delle superiori: lo afferma Alfio Lucchini, presidente di Federserd, la federazione dei servizi pubblici delle dipendenze.
Il drug wipe, precisa Lucchini, e' un esame poco conosciuto e non e' utilizzato dai servizi pubblici, che invece usano i test rapidi sulle urine e sulla saliva. Bisogna quindi, precisa, "capire meglio, vedere bene la sensibilita' del test, quanta contaminazione puo' esserci, e poi se e' stato fatto su un campione casuale o meno, etc.". Se comunque fosse attendibile, sarebbe "un risultato impressionante" e che si avvicina ai numeri degli studenti tra 16 e 19 anni, che secondo i dati di Federserd sono per l'8% consumatori di cocaina e per il 30-40% di derivati della cannabis. "Che sia un segno di vitalita' dei nostri parlamentari?" conclude scherzando.

"Le Iene ci ripensino" e "non mandino in onda l'inchiesta sui deputati che farebbero uso di stupefacenti": lo chiede Luigi Lusi senatore della Margherita, per il quale si tratta di una inchiesta alterata e che "fa acqua da tutte le parti".
"Qual e' l'obiettivo delle Iene? Il rischio e' quello di mandare in onda un'inchiesta 'alterata', perche', stando alle anticipazioni, si baserebbe non solo su metodi da verificare, ma farebbe acqua da tutte le parti sia dal punto di vista dei diritti, sia della privacy e non ultimo dell'attendibilita' medica, dando un messaggio distorto e falsato ai giovani che rappresentano proprio il pubblico principale di questa trasmissione".
Per questo, Lusi chiede che "i presidenti di Camera e Senato diano una loro valutazione su questa vicenda e su quanto avvenuto ai parlamentari chiamati in causa a loro totale insaputa".
"A questo punto verrebbe da pensare che si tratti semplicemente di un metodo arbitrario e piuttosto superficiale per mettere alla berlina le istituzioni del paese". "Un conto infatti sono le inchieste intelligenti, provocatorie e irriverenti a cui le Iene da sempre ci hanno abituati, un altro la ricerca a tutti i costi di sensazionalismo a scapito dell'attenzione che si dovrebbe invece ad un argomento cosi' serio e delicato quale quello trattato".

"Sono sconcertato. Se le cose sono davvero andate cosi', siamo di fronte a una grave violazione della privacy". E' il commento di Paolo Gambescia, deputato dell'Ulivo, al test delle 'Iene'. "E' molto grave affrontare un tema cosi' delicato come quello della droga, con servizi simili, perche' anche se non saranno rivelati i nomi, questo test ci fa diventare tutti sospettati. Imbavaglia la discussione in aula, e questo accade proprio mentre noi stiamo discutendo se serva o meno l'assenso per i prelievi nei processi penali a imputati per reati gravi".
"Quale sara' l'impatto con l'opinione pubblica, di qualsiasi decisione presa sulla questione della tossicodipendenza in Parlamento?". "E' un modo di procedere che non trova giustificazione, che snatura tutte le regole, e' una vera e propria violenza. Lungo questa strada il nostro diventa un paese incivile. Mi auguro che il servizio non vada in onda".

Paolo Cento, dei Verdi, commenta l'inchiesta delle Iene secondo cui alcuni parlamentari fanno uso di droga sostenendo che "non sorprende affatto l'ipocrisia di una parte del mondo politico che vota leggi liberticide e poi sniffa cocaina".
Per Cento "le Iene hanno fatto centro, svelando l'ambiguita' delle leggi che vietano le droghe e criminalizzano chi le usa: il proibizionismo genera sempre mostri".

"Dalle 'Iene' un sondaggio pilotato?". La domanda polemica la fa Daniele Farina (Prc), a proposito dell'inchiesta tv sull'uso dei stupefacenti da parte dei parlamentari. Farina spiega: "Mi sorprende che molti dei deputati apertamente schierati per l'abrogazione della legge Fini-Giovanardi, non siano stati 'intervistati' dalle 'Iene'. Forse non si e' voluto superare quella quota del 50% piu' uno, necessaria per l'abrogazione della legge sulle droghe voluta dal centro destra?"
"Nel caso si volesse continuare nel sondaggio comunico alle 'Iene' che sono tanti i parlamentari, disponibili per future 'interviste' e che lavoreranno sodo, in queste settimane, per una adeguata preparazione. Per quanto riguarda le liste di proscrizione, tanto amate dalla Mussolini- aggiunge il deputato Prc- gli consiglio di farsi un giro nelle strade, a cominciare dai suoi elettori, per cominciare a raccogliere qualche nome".
Il parlamentare conclude sottolineando che "su questi temi regna un'ipocrisia di fondo, difficile da scardinare, i cui effetti si ripercuotono sulla pelle di molti uomini e donne criminalizzati da una legge liberticida".

La Privacy non e' violata 'perche' e' riferita a persone individuabili' e anche i rilievi penali non ci sono: le Iene, almeno secondo il parere dell' avvocato Domenico D'Amati, possono stare tranquille. Il servizio sui 50 deputati 'positivi' al test anti-droga non dovrebbe creare problemi legali, anche perche' nel servizio l' anonimato e' rigoroso, sia video che audio (i deputati non si sentono parlare), la riconoscibilita' impossibile e i test sono stati fatti tutti insieme senza distinguere dato da dato. Nemmeno gli autori del programma, insomma, 'interessati al peccato e non al peccatore', sarebbero in grado di individuare nome e cognome del singolo onorevole 'positivo'. 'La privacy - spiega D'Amati, esperto di problemi dell'informazione - e' riferita a persone individuate, quindi in questo caso, stando a quello che anticipano le Iene, è tutelata'.
Certo, 'potrebbe sempre esserci il deputato che sostiene come, in una certa misura, si sia gettata un' ombra anche su di lui, proprio perche' i 16 deputati non sono individuabili'. In questo caso, argomenta D'Amati, precisando che si tratta di un' 'ipotesi del tutto accademica', qualcuno potrebbe dire ''il servizio ha diffamato il Parlamento'. Le Iene per difendersi avrebbero diritto di provare che quello che dicono e' vero cioe' sarebbero autorizzate a rivelare i singoli nominativi, invocando l' esimente del diritto di cronaca. Ma diciamo la verita', nessuno lo fara'.. per una serie di motivi. Questa vicenda mi ricorda i 'ware test', quando il giornalista diceva 'questo prodotto e' adulterato' e lo fa in base ad un campione che ha raccolto. Ebbene, se l'analisi e' corretta, questo e' un lecito esercizio del diritto di cronaca. D'altra parte
un certo tipo di indagine richiede certi metodi...'.

Se diffondessero i nomi dei parlamentari sottoposti al test per rilevare l'uso di stupefacenti, le Iene rischierebbero una querela per diffamazione da parte dei diretti interessati; ma al di la' questa ipotesi, la loro iniziativa costituisce comunque una violazione delle norme sulla riservatezza. Questa l'opinione di Carlo Fucci, sostituto procuratore a Santa Maria Capua Vetere. 'Al di la' della sussistenza o meno di risvolti penali per il metodo seguito da soggetti non abilitati per l'accertamento dell'uso di sostanze stupefacenti, c'e' sicuramente una violazione della privacy', osserva Fucci. Si andrebbe oltre, se invece le Iene dichiarassero l'identita' o di tutti i parlamentari sottoposti al test o anche solo di quelli risultati positivi al test: 'la diffusione dei nomi o comunque in altro modo dell'identità delle persone coinvolte da questo accertamento potrebbe avere dei risvolti penali a carico di chi se ne rendesse responsabile, visto che i soggetti interessati potrebbero sentirsi diffamati'.
Altro discorso sono le possibili conseguenze per i parlamentari risultati positivi al test: il servizio delle Iene potrebbe essere utilizzato dall'autorita' giudiziaria come 'spunto investigativo', come succede con gli anonimi. E se un pm risalisse tramite accertamenti all'identita' dei deputati in questione, in linea teorica potrebbe sentirli come testimoni, allo scopo esclusivo di risalire allo o agli spacciatori:'In genere chi ha fatto uso di sostanze stupefacenti, se e' noto all'autorita' giudiziaria o di polizia,viene ascoltato come persona informata sui fatti per conoscere l'identita' dello spacciatore' spiega Fucci. Una prassi che potrebbe valere anche in questo caso. I parlamentari positivi al test non rischierebbero nemmeno le sanzioni amministrative che la legge sulla droga affida alla competenza dei prefetti e che vanno dalla sospensione della patente a quella del porto d'armi: per il metodo seguito (ai deputati non e' stata chiesta alcuna autorizzazione per sottoporli al test) e non essendo le Iene persone abilitate a compiere questo tipo di accertamento, 'penso che i dati del test, anche se certi - dice il sostituto procuratore- non potrebbero essere utilizzati sul piano
amministrativo'.

Italo Bocchino ha dato mandato all'avvocato Leone Zettieri di adire alle vie legali nei confronti della trasmissione le Iene, chiedendo il sequestro immediato del campione raccolto illegalmente e la distruzione dello stesso in sede processuale. "Pur non avendo nulla da nascondere -dichiara l'esponente di An- ed essendo tra i deputati risultati negativi alla prova tossicologica, ritengo gravissimo dal punto di vista penale l'invadenza di chi pur di fare audience e' oggi illegittimamente in possesso del dna di 50 parlamentari".

"Sono tra i parlamentari che si sono sottoposti al test delle 'Iene': spero, dunque, che l'inchiesta promossa dal programma tv, possa rappresentare un'occasione di dibattito, anche parlamentare, contro l'ipocrisia del proibizionismo, che ha prodotto solo danni". E' l'opinione di Tommaso Pellegrino (Verdi), che aggiunge: "La Fini-Giovanardi va abolita, perche' come tutte le leggi proibizioniste ha solo causato reazioni letteralmente opposte, specie nei giovani". "Non ho nulla da nascondere, non faccio uso di droghe e sono pronto a sottopormi anche ad altri test, ma i deputati, come tutti i cittadini, sono liberi di fare cio' che vogliono della propria vita. Senza, naturalmente, arrecare un danno agli altri".

Italia. Torino. Ogni giorno i resti di 13mila dosi di cocaina finiscono nelle fogne
Ogni giorno nelle fogne di Torino e di altri 25 comuni dell'area metropolitana finiscono un chilo e 288 grammi di cocaina, resti del consumo di 13 mila dosi. E' quanto emerge da uno studio condotto dalla Smat, la società che fornisce acqua potabile e tratta le acque reflue prodotte da un milione e 460 mila abitanti. L'analisi, condotta in due distinti periodi, novembre 2005 e febbraio 2006, conferma l'esito di altre analoghe ricerche condotte a Torino e in altre città italiane, ed è il segnale, secondo gli osservatori, che il trend di consumo di cocaina è in aumento. L'impianto di depurazione di Castiglione Torinese, che filtra ogni secondo 7,4 metri di acque reflue dell'area metropolitana torinese, ha pesato 169 nanogrammi di coca ina ogni litro,
l'equivalente di 13 mila dosi giornaliere, 9 ogni mille abitanti.

Italia. Sono 2,2 milioni gli italiani che hanno consumato cocaina almeno una volta
Sono circa 2,2 milioni gli italiani che, una o più volte nella vita, hanno fatto uso di cocaina o di crack. E la cifra, già di per sé allarmante, diventa ancora più critica se si considera che, solo nella città di Roma, almeno il 3% degli studenti della scuola media superiore ha usato coca ina negli ultimi sei mesi, mentre a Milano i consumatori problematici sono 25 mila. I dati sono stati citati oggi a Milano da Saman, associazione che si occupa di recupero delle tossicodipendenze, nell'ambito della presentazione di "Un nuovo intervento finalizzato ad intercettare i consumatori problematici di cocaina", come spiegano gli stessi organizzatori. Contraddiction, questo il nome dell'iniziativa, verrà applicato a partire dalla metà di ottobre, a Milano, Roma, Napoli e Padova, e punta ad "avviare una nuova metodologia terapeutica adeguata al tipo di dipendenza". Questo tipo di approccio - spiega Achille Saletti, presidente di Saman - comincia con una presa in carico ambulatoriale della persona, può arrivare ad ospitarla in una struttura residenziale apposita per un periodo da uno a tre mesi, e può tornare di nuovo all'ambulatorio". Un metodo che, secondo Luigi Cancrini, psicoterapeuta e direttore scientifico di Saman, "ha un'altissima percentuale di successi terapeutici. Non perché siamo bravi, ma perché le persone che usano cocaina non sono emarginate; sono persone che una volta uscite da questa 'tempesta' in cui si sono messi da soli, qualcosa da fare ce l'hanno". L'identikit del consumatore di coca, infatti, parla chiaro: sono persone ben integrate socialmente, che cominciano a drogarsi alla ricerca di un piacere maggiore. Spesso sono imprenditori, persone con stipendi importanti, artisti o personaggi del mondo dello spettacolo.

Italia. Cassazione: mercato nero della droga pericolo per sviluppo dei giovani
La droga ed il mercato nero grazie al quale è messa in circolazione mettono in pericolo la salute pubblica, la sicurezza e l'ordine pubblico, oltre che il normale sviluppo delle giovani generazioni. Lo sottolinea la Sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha bocciato il ricorso di un trentenne siciliano condannato dalla Corte di Appello di Messina per spaccio di sostanze stupefacenti.
I legali dell'imputato ritenevano "insufficiente a produrre un concreto effetto drogante" il principio attivo della sostanza posseduta dal loro assistito, all'epoca "tossicodipendente e in condizioni economiche non floride": per questi motivi non poteva essere considerata "ai fini di spaccio" la quantità di droga sequestratagli. Nella sentenza n. 33871 la Suprema Corte ha, invece, confermato la sentenza dei giudici di Messina rilevando che se "il principio attivo contenuto nella singola sostanza oggetto di spaccio non supera la cosiddetta 'soglia drogante', in mancanza di ogni riferimento parametrico previsto per legge o per decreto, la circostanza non ha rilevanza ai fini della punibilità del fatto". I supremi giudici hanno poi ricordato che, in tema di stupefacenti, lo scopo della legge italiana "é quello di combattere il mercato della droga, espellendolo dal circuito nazionale poiché, proprio attraverso la cessione al consumatore viene realizzata la circolazione della droga e viene alimentato il mercato di essa". Un mercato che secondo la Cassazione "mette in pericolo la salute pubblica, la sicurezza e l'ordine pubblico, nonché il normale sviluppo delle giovani generazioni". E questo rischio è da tenere in considerazione anche in caso di " droghe poco efficaci", ovvero "dosi contenenti un principio attivo al di sotto della 'soglia drogante".

Argentina. Sempe piu' corrieri umani
Il fenomeno del traffico di droga tramite il ricorso a corrieri umani, che trasportano ovuli di cocaina nello stomaco, e' in forte aumento in Argentina, dove negli ultimi nove mesi sono state arrestate 19 persone all'aeroporto internazionale di Buenos Aires di Ezeiza perche' in viaggio con sostanze stupefacenti nel corpo.
Ma il fatto agghiacciante, che segnala oggi il quotidiano Pagina 12, e' che parallelamente dal 2005 ad oggi sono stati trovati sette cadaveri di persone morte per la rottura degli involucri di cocaina nell'intestino, di cui due sventrati da chirurghi di fortuna per recuperare la droga.
L'inchiesta del quotidiano, dal titolo 'Contenitori usa e getta', ha raccolto i dati forniti dalla Polizia per la sicurezza aeroportuale (Psa) e da altri organi ufficiali sul traffico di cocaina tramite i corrieri umani, conosciuti in gergo come 'mulas', in transito verso o dall'Argentina.
Il ritrovamento di due cadaveri sventrati nel 2006 - un uomo di mezza eta' e una ragazza di 22 anni operati per estrarre gli ovuli ingoiati - unitamente all'aumento di persone arrestate all'aeroporto rispetto al passato, induce le autorita' a pensare che 'il traffico-formica', ossia di piccoli quantitativi, sia in crescita.
E cio' a causa dell'aumento della domanda in Argentina, ma soprattutto in Europa, ed alle minori perdite che garantisce ai trafficanti rispetto al possibile sequestro di grandi partite di stupefacente. Ogni corriere, spiega infatti Pagina 12, puo' trasportare fino a un chilo di cocaina, pari in Europa ad un valore di circa 50.000 euro, riducendo i rischi legati al trasporto in grandi in navi o aerei, dove le perdite, in caso di intercettazioni delle autorita', sono astronomiche. Il direttore della dogana argentina Ricardo Etchegaray ha dichiarato che attualmente e' in corso una 'globalizzazione' del contrabbando di stupefacenti attraverso l'uso di corrieri umani che, oramai non coinvolge piu' solo latinoamericani, per lo piu' boliviani, peruviani e colombiani, come accadeva in precedenza. Durante tutto il 2006, 'le mule'
arrestate alla dogana sono delle piu' svariate tipologie e nazionalita': austriaci, olandesi, tedeschi, uomini e donne di eta' diverse, inclusi passeggeri che viaggiano in business class.